Barely Awake (Barely Awake-DIYSCO, 15 Marzo 2015)








di Sisco Montalto - Grande scorpacciata di energia assicurata con il disco d'esordio dei pesaresi Barely Awake
Un lavoro impeccabile e massiccio quello della band, che in barba alle mode pseudo sperimentali, cantautorali e pseudo tali, di artisti finti impegnati e finti intellettuali, dai testi e dalle musiche ricercate ma spesso vuote, confeziona un disco che appare fuori tempo e proprio per questo da apprezzare tantissimo.

E' grazie a progetti come quello dei Barely Awake che la musica, quella che viene dall'anima e non si piega al mercato, sopravvive ancora, al di là dei generi. 
I Barely Awake non sembrano affatto italiani, tanto hanno assimilato bene e fatto loro sonorità tipicamente statunitensi. 
L'omonimo album è un susseguirsi di ritmi forsennati e veloci, a cavallo tra progressive, velato pop, hard rock anni 90', hardcore e psichedelia. 

Sulla scia di band come Korn, At the Drive In, Mars Volta (senza quell'esasperazione che ti fa stancare presto), o System of a Down, i BA riescono a creare una loro personalità, che si basa soprattutto sulla bravura tecnica e compositiva del quartetto, che è riuscito a inserire in uno stile marcato e tipico di anni passati, quella melodia (vedi Paper House o Vacanze Romane) mai banale e smielata che da al disco la freschezza giusta.

L’album è da ascoltare rigorosamente per intero e possibilmente ad alti volumi, per apprezzare al meglio l'energia che brani come Lovers are Black o Steps To The Depth, sprigionano, e l'ecletticità di una band che pur essendo nata nel posto sbagliato, come già dimostrato, saprà farsi meritatamente apprezzare in luoghi del mondo meno bigotti e uniformati.




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